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mercoledì 6 febbraio 2013

Perturbazione artica alle porte..vediamone la genesi

Negli ultimi giorni i modelli matematici di previsione hanno proposto e riproposto una nuova irruzione fredda direzionata verso il nostro paese. Ebbene, con qualche piccola modifica, ma quella previsione è stata sostanzialmente confermata nelle sue grandi linee generali: analizzeremo queste nell'articolo seguente, e ci rimetteremo agli aggiornamenti dei modelli a risoluzione più elevata (nei prossimi giorni) per le previsioni dettagliate sulla nostra regione.
Andiamo quindi con l'analisi, illustrata dalla mappa allegata nell'articolo, dove possiamo vedere una rappresentazione che si potrebbe definire quasi 'da manuale' nell'ambito delle irruzioni artico-marittime (vengono definite in questo modo le 'bordate' fredde provenienti direttamente dal Mar Glaciale Artico). 
Possiamo infatti notare un anticiclone di blocco in pieno Atlantico (che è riuscito ad affermarsi dopo la fase di quasi-zonalità che abbiamo avuto a fine Gennaio, responsabile delle temperature più elevate avute), che impedisce a correnti miti occidentali di  affluire sul Mediterraneo, rendendolo senza problemi preda delle correnti fredde settentrionali. Contrapposto a questo promontorio anticiclonico quindi, troviamo ovviamente una profonda saccatura che si estende dalla Scandinavia fino alla nostra nazione, come naturale risposta atmosferica all'elevazione altopressoria.
Inoltre, come possibile evoluzione -ma qui siamo troppo in là per descrivere quello che non è più che una semplice tendenza- viene vista la formazione di un debole asse anticiclonico tra l'alta pressione Oceanica e quella che possiamo vedere sulla Russia (tecnicamente una figura chiamata Ponte di Woejkoff), che potrebbe pilotare masse d'aria più fredde e continentali verso il centro Europa. Ma è proprio una visione che merita altre conferme ;)

L'irruzione prevista, se confermata in toto, sarà comunque molto interessante sia dal punto di vista prettamente didattico, che dal punto di vista di fenomenologie al suolo, con termiche che andranno (in particolare sul Nord Italia) a raggiungere picchi minimi di anche -38/-40°C alla quota di 500hpa (ca. 5200 metri in questo caso). Per ora ancora difficile definire il classico 'balletto' dei minimi depressionari che si verranno a creare sui nostri mari, per questo come anticipato, ci rimettiamo ai modelli più dettagliati.

Giuseppe Petricca

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