A testimonianza di questo, utilizziamo la mappa che mostra la tipologia di precipitazione che ci si può aspettare, in base ovviamente alle temperature e alle previsioni del modello stesso.
Possiamo vedere come il colore verde, che indica la neve, praticamente ricopre più dei tre quarti della regione lasciando fuori solamente la fascia costiera. Ma attenzione, anche qui, dato che ci potrebbero essere sorprese più a bassa quota rispetto a quel che si può vedere dai modelli, in particolar modo se il vento proveniente da nordest che si registra in queste ore andrà a placarsi (dato che ora trasporta il calore della superficie marina, alzando così la temperatura effettiva).
La fenomenologia più intensa dovrebbe riempire tutta la giornata di domani, martedì 26, con accumuli variabili (come logico) da zona a zona. Sicuramente quelli a ricevere i maggiori saranno le zone più esposte allo stau (fenomeno che si ha quando un ostacolo impone ai flussi di correnti di scavalcarlo, nel nostro caso la Catena degli Appennini), e quindi tutta la pedemontana orientale, oltre alle zone di alta quota. Utilizziamo una mappa degli accumuli previsti, dove, per ogni scatto, la previsione si riferisce alle 6h precedenti:
Possiamo facilmente vedere come gli accumuli maggiori siano diluiti su tutta la fascia Appenninica, ma che anche le vallate interne (con minore riguardo dell'estremo occidente regionale) saranno interessate da precipitazioni a carattere nevoso. Stando a quello che mostrano i modelli potremmo registrare anche 10/15 cm di accumulo totale nell'evento, sul fondovalle Peligno. Ricordo sempre che questi quantitativi vanno 'presi con le molle', dato che potranno variare molto con pochi cambiamenti alla situazione generale. Questo tipo di carte va letto in termini di possibilità, il resto per ora (dato che la Meteorologia è tutt'altro che una scienza esatta) meglio affidarlo al nowcasting, ovvero a descrivere quel che si osserva ora dopo ora.
G. Petricca
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